Lo sport è spesso apripista di cambiamenti culturali prima e sociali poi. Ci sono momenti fondamentali. Uno lo è stato quando Oscar Pistorius ha vinto la causa con la Iaaf, Federazione Internazionale di atletica leggera, che gli vietava di correre con atleti normodotati, ritenendo le sue protesi una sorta di doping tecnologico. La paura del diverso fa vivere paradossi come realtà: una persona senza gambe ritenuta avvantaggiata nella corsa rispetto a una persona con le gambe. Domenica prossima sarà un altro di quei momenti. La storia è quella di Francesco Messori. In breve, Francesco è un ragazzino, nato senza la gamba destra, disarticolato, anche senza il rene. Usa le stampelle. Ama il calcio.
Il regolamento gli vieta di giocare in tornei ufficiali. Il Centro Sportivo Italiano, il più grande Ente di Promozione Sportiva in Italia, grazie all’intelligenza del suo presidente, Massimo Achini ha modificato il proprio regolamento per lui: “La legge deve andare incontro alla vita, non al contrario”. Francesco farà il suo primo torneo a Cremona, lui muovendosi con le stampelle,
gli altri con le gambe. E, sono convinto, tutti si divertiranno.
Francesco è stato un apripista: ora tutti coloro come lui potranno giocare. Da subito.
L'incontro con Messi |
Dice Hugh Herr, uno dei biomeccanici migliori al mondo, grazie agli studi del quale Pistorius fu riammesso: “Forse c’è un certo livello di negatività che esiste nella società di oggi. Quando la gente guarda Oscar Pistorius si vede che ha un corpo inusuale. Questo va bene quando non è competitivo. Ma quando lui comincia a essere competitivo e a vincere, diventa minaccioso. Allo stesso modo che, per alcune persone, il colore della pelle di una persona è una minaccia. La mia opinione personale è che dovremmo costruire una società in cui, se a una persona capita di essere nata senza gambe completamente formate e se questa persona sembra essere un talento straordinario, a lui o lei dovrebbe essere permesso di competere in un evento sportivo come l’Olimpiade se ha raggiunto il tempo di qualificazione. E ‘il sogno di tutti i migliori atleti. Dovremmo permettere questa libertà, garantendo l’equità nello sport”.
Fonte: Corriere.it
Nessun commento:
Posta un commento